PROFUMO DI DONNA

dal romanzo “Il buio e il miele” di Giovanni Arpino
adattamento di Pino Tierno

con Massimo Venturiello
e con (in ordine alfabetico) Irma Ciaramella, Sara Scotto Di Luzio, Camillo Grassi
Andrea Monno, Claudia Portale, Franco Silvestri

scene ALESSANDRO CHITI   costumi SABRINA CHIOCCHIO
musiche GERMANO MAZZOCCHETTI   light design UMILE VAINIERI

regia MASSIMO VENTURIELLO

la voce dei brani cantati è di Tosca

Un  capitano  in  pensione,  rimasto  cieco  a  causa  di  un’esplosione  accidentale,  decide  di  recarsi  a  Napoli  da  un  amico  anch’egli  non  vedente.  Il  capitano  si  farà  accompagnare  in questo  viaggio  da  un  giovane  soldato  in  permesso  premio.  Tra  vessazioni  e  rimproveri,  il giovane,  ribattezzato  ”Ciccio”  al  pari  di  tutti  gli  sventurati  che  si  sono  succeduti  nell’ingrata mansione,  “scorterà”  quindi  il  bizzarro  capitano  che  si  rivelerà  un  uomo  dalla  personalità poliedrica;  a  tratti  irascibile  e  spigoloso,  a  volte  ironico  e  autoironico,  sempre  e  comunque irresistibile  seduttore  di  donne,  per  le  quali  ha  una  particolare  passione.

I  due  partono  in  treno  da  Torino  e  la  prima  tappa  è  Genova,  dove  il  capitano  decide  di passare  alcune  ore  con  una  prostituta.  La  seconda  tappa  del  viaggio  è  Roma,  dove  il  capitano  parla  con  il  cugino  prete  della  sua  condizione  fisica  e,  per  ultimo,  giungono  a  Napoli, dove  il  capitano  viene  corteggiato  da  una  giovane  donna  perdutamente  innamorata  di  lui, ma  il  capitano  sembra  infastidito  dalle  sue  attenzioni. La  vera  ragione  del  viaggio  e  dell’incontro  con  l’amico  non  vedente  giungerà  inaspettata  e sorprendente  solo  alla  fine…  solo  allora  il  capitano  capirà  che  non  potrà  rifiutare  l’aiuto  e  le attenzioni  della  giovane  donna.

“Ora  che  abbiamo  i  mezzi  per  spaziare,  per  comunicare  con  tutti  ci  siamo  chiusi  in  noi stessi,  siamo  diventati  cinici  disumani…”  Così  dice  Charlie  Chaplin  nel  discorso  finale  de “Il  Grande  Dittatore”  e,  come  a  volte  succede  a  noi  attori,  le  parole  che  continuiamo  a  ripetere  tutte  le  sere  ci  restano  addosso  e  ci  rimbalzano  poi  nella  mente  durante  le  nostre giornate.  Così,  interpretando  il  ruolo  che  fu  di  Chaplin,  ho  spesso  ripensato  a  queste  parole  ed  è  cresciuta  in  me  la  necessità  di  continuare  a  parlarne.  Viviamo  quotidianamente  il paradosso  di  un’epoca  in  cui  la  globalizzazione  ci  spinge  sempre  di  più  verso  l’isolamento e  l’anonimato.

Ecco  perché  mi  sono  innamorato  del  romanzo  di  Giovanni  Arpino  “Il  buio  e  il  miele”  e  ho  deciso  di  portarlo  in  scena  come  già  fece  Dino  Risi  con  l’indimenticabile  film  interpretato  da  Vittorio  Gassman  “Profumo  di  donna”,  poi  risorto  nel  remake  “Scent  of  a  Woman”  di  Martin Brest  con  Al  Pacino.

Questo  romanzo-film  è  sicuramente  l’emblema  della  solitudine  moderna,  della  disillusione esistenziale  che  inevitabilmente  conduce  al  cinismo  e  alla  perdita  di  umanità  e  che  assume  nella  figura  del  protagonista  Fausto  una  dimensione  cosmica  (chissà  se  Arpino,  dando al  suo  protagonista  il  nome  di  Fausto  ha,  magari  inconsciamente,  pensato  al  dottor  Faust), spingendolo  verso  un  crinale  in  cui  si  è  smarrito  il  ‘profumo  della  vita’,  la  disperazione  si confonde  con  l’ironia  e  il  sarcasmo  e  la  tragedia  diventa  persino  comica,  esilarante,  proprio  come  tragica  e  comica  è  la  condizione  umana.  Ed  è  proprio  così  che  me  lo  immagino questo  spettacolo,  un  incontro  di  emozioni  contrapposte,  uno  scontro  di  lacrime  e  risate  in cui,  al  momento,  non  so  quale  delle  due  prenderà  il  sopravvento.

FOTO E STAMPA

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