LA VEDOVA SOCRATE

LA VEDOVA SOCRATE

liberamente ispirato a “La morte di Socrate”
di FRIEDRICH DÜRRENMATT

scritto diretto e interpretato da
FRANCA VALERI

disegno luci
Marco Palmieri

La vedova Socrate offre a Franca Valeri l’occasione per cesellare un’altra straordinaria figura della sua galleria di personaggi femminili. Con la sua grande ironia e i suoi strali fulminanti dà vita al personaggio di Santippe, moglie di Socrate, che spiega e distrugge il mito del grande filosofo greco. Nella sua bottega d’antiquariato e oggettistica, Santippe, ormai vedova, fa i conti sulla vita del grande filosofo e “dirà tutto” sulla quotidianità coniugale per nulla scalfita dalla personalità eccezionale del marito, che per lei è solo un uomo tanto noto quanto noioso, sempre con la testa fra le nuvole che addirittura “dice le cose che pensa prima”, si fa fregare le idee e, quel che è peggio, anche i “diritti d’autore”.
I suoi bersagli sono Platone, Aristofane, Alcibiade, insomma quelli che conosceva bene, gli amici del marito che tutti i giorni bazzicavano in casa e in negozio.
Per questo spettacolo Franca Valeri ha vinto il premio “Gli Olimpici del Teatro 2003” come miglior protagonista one man show.

Un’indagine nella vita di Santippe, forse fraintesa dai posteri, mi è apparsa come una grossa tentazione…
Mi sono divertita a immaginare un ripensamento della sua vita, dalle del tutto inattendibili nozze e poi dentro una quotidianità coniugale per nulla scalfita dalla personalità eccezionale del marito.
Una comune ragazza dei sobborghi di Atene, come potrebbe oggi abitare sulla Prenestina e essere una vistosa impiegata ossigenata con possibilità di velina. Queste ragazze solleticano spesso la curiosità di uomini non semplici e questa antica fatalità porta Santippe al matrimonio con Socrate, a un lungo matrimonio in definitiva ben riuscito. La vedo così.
Intelligente ma indissolubilmente legata alla sua estrazione popolare, Santippe elabora il suo compito di moglie senza tener conto di “chi è” il marito. E sembra che Socrate, lungi dal vergognarsi di quella massaia astuta, si sia anche giovato di certi suoi sprazzi di chiaroveggenza da maga di quartiere.
Mi ha affascinato vedere come Santippe sia passata indenne fra filosofi, etère, generali e fanciulli, in quotidiano colloquio con un marito di cui ancora oggi ci stupiscono le conclusioni morali.
Certo Santippe ha preferito se stessa al mondo irreale del pensiero. Un’onestà che l’ha fatta disprezzare dagli storici, ma che ne fa una gustosa eroina di teatro…

Franca Valeri

LA VEDOVA SOCRATE FOTO

 

LA VEDOVA SOCRATE RASSEGNA STAMPA

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